I primi decenni del Novecento vedono una innumerevole successione di invenzioni e scoperte, come il telefono, la radio, l'aeroplano, lo sviluppo di cinema e fotografia: in questo panorama l'arte deve trovare una nuova funzione.
La pittura astratta, e in particolare le proposte di Malevic, Mondrian e Kandinskij, hanno profonda influenza sull'architettura degli anni Venti. dal 1917 sino ai primi anni 20' nascono quasi simultaneamente le nuove esperienze del Bauhaus in Germania, del Vchutemas in Unione Sovietica e di De Stijl in Olanda, accomunate dalla necessità di reagire alle disillusione sul progresso e sulla pace universale causate dal conflitto mondiale,
Questa corrente artistica (denominata astrattismo), riflette la consapevolezza di un'epoca fino a quel momento priva di concretezza. Non essendo più vincolata dalle necessità sociali, l'arte deve sciogliere le tensioni tra le particolarità dell'estetica e le esigenze di un paese sempre più sviluppato dal punto di vista economico-sociale prendendo atto dei nuovi stili di vita, della necessità da parte dei cittadini di disporre di servizi sociali. Da qui si sviluppa la tendenza a riformare la vita quotidiana con valori estetici di tipo differente, attraverso norme che consistono nella semplificazione formale e nella straordinario possibilità di soddisfare ogni membro di una classe sociale grazie alla produzione in serie. Le "norme" appena accennate si riassumono dello slogan razionalista: "La forma segue la funzione".
Il Bauhaus e Gropius
In parallelo alle ricerche astratte condotte nel campo della pittura, nell'architettura della Germania degli anni Venti vengono studiati e costruiti edifici che si prefiggono come obbiettivo principale la funzionalità rispetto all'uso e alla destinazione, in modo da risolvere il conflitto tra arte e industria, bellezza estetica e utilizzazione concreta. Le costruzioni, che nell'aspetto tradiscono una forte impronta geometrica, sono progettate secondo regole razionali che diventano a loro volta oggetto di manuali teorici e didattica applicata; esemplare in tal senso il Bauhaus tedesco, una scuola che investe ogni ambito della progettazione, dall'edificio all'arredamento di interni.
E' scuola nata a Weimar dalla fusione della scuola superiore di belle arti e dalla scuola di arti applicate nel 1919 e affidata alla direzione di Walter Gropius (Berlino 1883- Boston 1969). Non sorprende quindi che i primi anni del Bauhaus siano sotto il segno dell' Espressionismo e della valorizzazione dell'artigianato. Tra i docenti fondamentali che entrano in contatto con questa scuola è importante ricordare l'architetto van der Rohe, l'artista e il fotografo Lyonel Feininger e lo scultore Oskar Schlemmer.
Le realizzazioni del Bauhaus vengono esposte in mostre, conferenze, spettacoli, libri, manifesti, ma incontrano l'ostilità degli ambienti accademici e borghesi di Weimar. Accusata di "bolscevismo", l'istituzione è costretta a trasferirsi a Dessau nel 1924, in un edificio progettato dallo stesso Gropius e costruito in cemento armato e vetro, che rappresenta l'emblema delle teorie avanguardistiche della scuola.
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Walter Gropius, Sede del Bauhaus, 1925-1926. Dessau |
La struttura è concepita per ospitare le attività didattiche della scuola e si compone di due edifici principali, destinati uno alle aule e un altro ai laboratori; un ponte coperto raccorda le due costruzioni; sotto di esso passa la strada di accesso al complesso. Una terza struttura ospita il dormitorio studentesco; gli uffici amministrativi, la biblioteca, le sale comuni, il teatro, e la mensa sono ospitati in spazi architettonici raccordati al corpo principale. Ciascuno dei tre nuclei si caratterizza per la differente forma delle finestre, funzionale all'uso degli ambienti interni: l'uso del vetro su superfici così ampie allude chiaramente ai dettami razionalistici, che propugnano chiarezza e purezza sia in senso concreto sia metaforico.
Fra i progetti architettonici pensati nella scuola vanno menzionati il collegio dei docenti a Dessau, del 1925, il quartiere operaio per la Siemens a Berlino, del 1929, e il famoso teatro a scena centrale concepito col drammaturgo Piscator. Nel 1928 Gropius affida la direzione a Hannes Meyer, ma nel 1932 l'istituzione è chiusa; si ricostituisce in forma privata a Berlino, ma il regime nazista nel 1933 la sopprime definitivamente.
Le case funzionaliste di Le Corbusier
Accanto ai grandi centri di sviluppo del Razionalismo progettuale, in Europa si fanno spesso presto strada altre versioni del medesimo spirito modernista. L'esponente più conosciuto è Le Corbusier (nome d'arte di Charles-Edouard Jeanneret).
Memore dell'uomo di Vitruvio e di Leonardo, non dimentica che la "misura" su cui si deve basare ogni edificio è appunto la figura umana, e ne fa una unità con il nome di Modulor.
La sua ideologia e il suo concetto di edificio si identificano sempre nella funzione e nel ruolo che quest'ultimo riveste in un determinato ambito. Jeanneret realizza sempre strutture dallo spirito razionalista, accompagnate da un senso di adesione al contesto secondo i canoni di quello che verrà denominato "Funzionalismo".
La facciata libera, la pianta libera, i tetti-giardino, la finestra a nastro, i pilots: i cinque capisaldi del Funzionalismo architettonico, i cui moduli verranno applicati in una delle opere architettoniche più importanti da lui realizzate, la Villa Savoye a Poissy del 1929-1931.
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Le Corbusier, Villa Savoye, 1929-1931, Poissy. |
L'architettura organica di Wright
Sulla scia del Razionalismo europeo si muove Frank Lloyd Wright, fondatore dell'architettura organica. L'americano si forma presso l'atelier di Dankmar Adler e Louis Henry Sullivan, due dei massimi architetti americani della cosiddetta scuola di Chicago, alla quale si devono alcuni dei nuovi edifici che daranno nuova identità agli Stati Uniti; i grattacieli. Per comprendere la concezione che Wright ha circa lo sviluppo di una costruzione, è fondamentale concentrare l'attenzione sul legame casa-ambiente. Si tratta di instaurare un processo di "antropomorfizzazione" della natura e nel contempo di "vegetalizzazione" della costruzione: da qui deriva una forma parziale di allontanamento nei confronti del Razionalismo geometrico, sostituito da un insieme di forme che alludono ad una fluidità e un'armonia quasi naturale, fondendo e inglobando l'edificio nello spazio circostante. Significativa, a questo proposito, è la realizzazione della Kauffmann House del 1936, detta anche semplicemente "Casa sulla cascata", a Bear Run, in Pennsylvania: questo capolavoro rappresenta lo stereotipo di una totale fusione edificio-natura.
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Frank Lloyd Wright, Casa sulla cascata, 1936, Bear Run (Pennsylvania). |
Wright, tuttavia, presto amplia le sue idee anche a progetti di edifici cittadini, semplicemente alla fusione con la natura circostante quella più generica con l'ambiente circostante: ne è un esempio il famoso Guggenheim Museum a New York.
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Frank Lloyd Wright, Guggenheim Museum, 1943-1959, New York. |
I razionalisti italiani
Anche l'Italia appare essere influenzata dai nuovi canoni razionalisti europei, espressi in particolar modo dal Gruppo 7, fondato a Roma nella seconda metà degli anni 20' da Giuseppe Terragni; ne fanno parte Adalberto Libera, Sebastiano Larco, Luigi Figini, Gino pollini, Guido Frette e Carlo Enrico Rava. Già nel 1927, però, la maggior parte dei sette confluisce nel MIAR (Movimento italiano per l'architettura razionale), al quale aderiscono altre personalità come Giuseppe Pagano, che firma l'edificio in cui sorge l'Università Bocconi a Milano, Giovanni Michelucci e Gio Ponti.
L'edificio che meglio esprime le tendenze del razionalismo italiano è la Casa del Fascio di Como, realizzata tra il 1932 e il 1936: si tratta di un parallelepipedo, rivestito di marmo bianco e privo di ornamenti, tutto giocato nel rapporto tra pieni e vuoti, tra luce e ombra.
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Giuseppe Terragni, Casa del Fascio, 1932-1936, Como. |
Adalberto Libera elabora ancora studente il Manifesto del razionalismo italiano; nel 1928 è promotore del MIAR, per il quale realizza in seguito le due esposizioni. Sulla base del linguaggio razionalista, Libera conduce ricerche in campi differenti, che culminano nella costruzione del Palazzo delle Poste sull'Aventino a Roma. E' dello stesso periodo Villa Malaparte a Capri, un'architettura magistralmente inserita nella natura dell'isola, tanto da costituire una delle opere più riuscite del Razionalismo italiano.
Adalberto Libera, Villa Malaparte, 1938-1943, Capri. |
Giovanni Michelucci, entrato prestissimo in contatto con l'artigianato (falegnami e forgiatori), realizza la sua prima opera durante il servizio militare: una cappella costruita sul Fronte, a Caporetto. Successivamente coordina il progetto per la Stazione di Firenze e per alcuni istituti universitari a Roma. La sua opera più famosa rimane tuttavia la chiesa di San Giovanni Battista sull'autostrada del Sole presso Firenze: una cattedrale-tenda in cemento armato, che doveva significare la provvisorietà del cammino dell'uomo sulla terra.
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Giovanni Michelucci. San Giovanni Battista, 1961-1964, Campi Bisenzio (Firenze). |
Gio Ponti (Milano 1897-1979), dopo la laurea a Milano, dirige la fabbrica di porcellane Richard Ginori diventandone anche disegnatore, ma realizza i primi progetti architettonici ispirandosi alla pittura metafisica.
Nel 1928 fonda la rivista "Domus", che dirigerà fino al 1941 e poi ancora a lungo nel secondo dopoguerra. La sua opera più nota è la Torre Pirelli a Milano, dall'arditissima struttura portante.
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Gio Ponti, Torre Pirelli, 1955-1959, Milano. |
Nel 1970 Ponti ha settantanove anni e ha progettato tutto: case, edifici, musei, ceramiche, riviste; le espressioni della sua arte sono tante, atti d'amore per le città, per gli italiani. La sua ultima opera sarà una cattedrale: la Gran Madre di Dio a Taranto. Il progetto è voluto dall'arcivescovo Guglielmo Motolese, che sogna una grande cattedrale per i fedeli: il suo desiderio si traduce in un rapporto intenso, anche epistolare, con Gio Ponti.
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Gio Ponti, concattedrale Gran Madre di Dio, 1967-1970, Taranto. |
La concattedrale presenta un'immensa facciata a "vela", alta ben 53 metri. Dietro, il vuoto: le sue aperture servono solo "perché gli angeli vi possano sostare", spiega Ponti. E' una finestra sul cielo, aperta al vento, alla luce, al gioco del chiaro-scuro: una fusione tra concretezza e aria. Le vasche, progettate come specchi d'acqua che riflettono la facciata della chiesa, oggi sono vuote.
All'interno, la concattedrale vive di luce: mille tonalità che variano dall'alba al tramonto. La luce, segno della presenza di Dio, esclude ogni altra decorazione. Ponti, con una leggiadria quasi divina, lavora con la materia per dare un volto all'invisibile.
Architettura brutalista: Centro Direzionale BESTAT di Taranto
Nata nel 1954 in Inghilterra. l'architettura brutalista può essere interpretata come il definitivo superamento di quella modernista: con le sue forme spigolose, geometriche e lineari questa corrente architettonica ha tentato di attuare un capovolgimento della cultura formalista del tempo, mettendo in discussione gli ideali estetici dell'epoca e dando maggior spazio all'importanza delle forme.
Un chiaro esempio di aderenza al movimento brutalista è il Centro Direzionali Beni Stabili Taranto, un centro direzionale e residenziale sito a Taranto.
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Luigi Piccinnato, Piazzale BESTAT, 1972-1977, Taranto. |
Contenente il grattacielo più alto della città (alto ben 85 metri), il Centro Direzionale BESTAT è caratterizzato da un impiego importante, quasi eccessivo del cemento che, unito a forme plastiche lavorate e definite nei particolari, mettono in evidenza la potenza della struttura.
L'intero complesso fu ideato dall'architetto Luigi Piccinnato con la collaborazione di Vera Consoli, il cui intento era quello di mettere in vista tutti i componenti materiali dell'architettura e quindi le forme rudi e i materiali grezzi.
Disposti a formare un ovale immaginario, gli edifici del complesso racchiudono all'interno la Piazza Dante Alighieri, interamente pavimentata in travertino romano. Dal punto di vista funzionale, la BESTAT di Taranto fu progettata a scopo residenziale e istituzionale: a tal proposito si presenta come un'immensa architettura caratterizzata da grandi proporzioni che, accostate a forme semplici, genera una monumentalità quasi schiacciante capace di stupire chiunque.
Bibliografia:
-L'architettura del 900: http://doc.studenti.it/riassunto/arte/architettura-900.html;
-L'architettura italiana del Novecento: http://www.150storiaditalia.it/it/percorso/architettura-dal-1861-ad-oggi-lo-stile-e-i-protagonisti/;
-Razionalismo ed arch. organica: http://www.antiqvitas.it/approfondimenti/razionalismo.htm;
-Il razionalismo architettonico: http://lorenzofalli.idstudio.org/2009/08/ii-razionalismo-architettonico/;
-Bauhaus: http://www.sapere.it/enciclopedia/Bauhaus.html;
-Breve storia del cinema: http://brevestoriadelcinema.altervista.org/12-1.html;
-Gruppo 7: http://www.caldarelli.it/architettura/terragni/terragniargomenti.htm.
-Centro Direzionali Beni Stabili Taranto: https://it.wikipedia.org/wiki/Centro_Direzionale_Beni_Stabili_Taranto;
Il blogger Francesco Vozza
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